Deodato Morgigni sulle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno scriveva: ”Essere alla ribalta della cronaca nazionale per meriti sportivi è motivo d’orgoglio e vanto e ciò nell’andriese è più accentuato per il morboso attaccamento alle proprie cose, per la fedeltà a certi valori, implicitamente alla propria città”.
Cosi il compianto giornalista, scomparso nel 2010, descriveva la salita nel professionismo della giovane Fidelis.
Giovane perché, fu l’indimenticabile Presidente Raffaele Asseliti che risollevò le sorti del calcio federiciano riportando nell’Interregionale la squadra dalla seconda categoria attraverso un ripescaggio e due promozioni e dopo la famosa radiazione a seguito dei gravissimi incidenti durante la gara contro il Potenza e del morso all’orecchio al direttore di gara.
Appunto, ripensando all’incipit di Morgigni, nello sport la Fidelis manteneva, allora, il suo esser presente sulla geografia pallonara per episodi di certo non positivi e che invece in quella stagione, la 1983-84, vide la squadra guidata da Marco Bozzi risalire la china ed entrare nel mondo del professionismo e cancellare il resto di cui non si era orgogliosi. Quella squadra fu costruita per vincere e vinse, mettendo il primo mattone nella costruzione della storia vincente della squadra biancoazzurra.
Le cronache e chi era testimone di quel giorno racconta di una gara dominata, nonostante un avversario spigliato, come dominato lo fu il campionato dai ragazzi capitanati dalla mezz’ala Marangi, Martiradonna e bomber Notariale solo per citarne alcuni.
Sono passati esattamente 35 anni dal primo approdo nel calcio professionistico della Fidelis Andria. Era il 15 aprile del 1984, la squadra del Presidente Asseliti batte in casa il Chieti, avversario dal sapore dolce nella storia e nei crocevia più importanti della Fidelis negli anni a seguire, con la rete decisiva del centrocampista Boccasile al 3′ del primo tempo.
Erano gli anni ottanta ed il paese stava cambiando così come il mondo, anni di fuoco precedevano questo periodo, ed era l’embrione dell’Italia che oggi viviamo. In quell’anno, il 1984, nasce la Lega Lombarda e muore Berlinguer, la religione cattolica non è più di Stato, a Napoli sta arrivando Diego Armando Maradona. Nel nostro pezzo d’Italia ai piedi del Castel del Monte le partite della Fidelis si ascoltavano sintonizzandosi su Radio Antenna Adriatica ed in un terremoto radio-televisivo nazionale Telesveva non era ancora nata.
Quell’anno, condito da cambiamenti globali, nel micromondo di un paesone della Murgia la storia dello sport andriese prendeva forma e si ritagliava spazio tra i grandi. Ricordare cosa quella maglia ha passato, cosa i cuori della gente hanno vissuto serve a capire chi siamo e che ora continuiamo ancora con i protagonisti attuali e con lo stesso cuore a sgomitare per un pezzo di gloria, per un pezzo di storia ancora da scrivere.
Perché “La storia siamo noi” sempre e comunque. Nessuno si senta escluso.
Cofondatore del blog . Mi innamorai del calcio una sera del 20 Maggio 1992. Appassionato di sport, delle sue storie e soprattutto del pretesto con cui lo si usa per parlare di qualsiasi cosa. Ma faccio tutt’altro nella vita.