CIOB HA FATT U JANDR: LA STAGIONE 2017/18

La stagione si è conclusa ed insieme ad essa la rubrica sulla nostra pagina Facebook denominata “Ciob ha fatt u Jandr” – letteralmente cosa ha fatto l’Andria – che si prendeva la briga e l’onore di commentare le partite della Fidelis. Ecco a voi la versione “Deluxe”.

Nel calcio, ed in generale le persone, dando fiducia a progetti e uomini in fondo stanno scommettendo. È vero, dietro ogni scelta ci potrebbe essere preparazione e piani pluriennali: sempre di scommessa si tratta, perché la palla è non solo rotonda ma il calcio è una somma interminabile di variabili che fanno poi la storia di una partita o di una stagione.

La scommessa era aver trattenuto calciatori come il brasiliano Curcio, riportato Lattanzio al “Degli Ulivi”, l’esperienza di Quinto ed il talento di Barisic per poter fare un campionato con un tecnico giovane ma inesperto cui piaceva giocare a calcio e portare quindi i biancoazzurri tra i primi dieci posti per disputare i playoffs.

C’eravamo sbilanciati in positivo ad inizio anno su Valeriano Loseto, è giusto ammetterlo, perché il campo nelle prime giornate aveva dato prova di bel calcio, di sfortune al novantesimo e gol ma poi nessuna vittoria sino alla trasferta di Agrigento dove sedette il suo sostituto, in veste di Caronte Aldo Papagni. Beffa delle beffe, in quella partita Michele Sgaringella capocannoniere inatteso – assieme a Lattanzio -, e uomo di Loseto portato dall’eccellenza, spariglia i Giganti con un tripletta. Il calcio è strano.

Saggezza e vecchio stile per ottenere la salvezza. Ci si augurava che la nebbia fosse presto spazzata via dall’esperienza di Aldo Papagni, classica vecchia volpe della categoria e conoscitore dell’ambiente. Il mercato di gennaio toglie esperienza e tecnica ed aggiunge gioventù ed altre scommesse ma lui ottiene l’obiettivo a novanta minuti dalla fine del torneo lasciando in eredità, ed è una nostra sensazione che Papagni non rimarrà, un gruppo di calciatori affiatati e pronti per un futuro ambizioso ma senza esagerazioni sempre in Serie C.

Davvero in lunghi periodi della stagione l’ambiente ha rasentato la depressione per questioni tecniche (le sfide con il
Fondi ad esempio) ed anche societarie, con un distacco tra squadra e città che ha raggiunto livelli preoccupanti e che solo nelle ultime giornate ha fatto sentire il suo peso e la sua importanza quale base irrinunciabile per un futuro sportivo.

Ma anche momenti di festa come Pagani con una squadra che bella non era, ma prendeva forma e sopratutto anima come quella di Andrea Tiritiello. Giovane Difensore dall’Isola d’Elba, cresciuto nel Livorno ed arrivato alla Fidelis in prova estiva e divenuto pilastro a sua insaputa, anzi nostra. Quella leadership data dagli spalti a suon di prestazioni di assoluta lotta e poliedricità difensiva e goleador aereo all’occorrenza. Gol pesanti come con la Sicula Leonzio e premiato anche da un rinnovo sino al 2020. Capitan Futuro? Sarebbe una meraviglia.

Ma anche un anima andriese, dapprima con Lattanzio e poi con Abruzzese intervallata dall’esplosione del baby Leonardo Di Cosmo, calciatore offensivo inventato quinto di destra che ha raccolto prestazioni su prestazioni di una qualità impressionante tanto da sentirne la mancanza nelle ultime gare visto il suo infortunio. Brufoli e talento, corsa e assist come quello al “Via del Mare” per Taurino. Sangue e sentimento andriese, ma anche e finalmente un prodotto di un vivaio che è futuro e serbatoio per una squadra come la Fidelis. L’inevitabile ed imprescindibile cui appoggiarsi.

Papagni, Tiritiello e Di Cosmo: sono loro le facce di questa stagione che forse ha costruito più di quello che si voleva, più di quello che fra qualche mese andrà a manifestarsi.

Qualcosa di diverso che non ci aspettavamo e che forse non riusciamo bene a distinguere. Una questione di variabili e futuro.
Almeno così sembrerebbe.

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