VALERIANO LOSETO, SCOMMESSA O CERTEZZA

In uno spazio temporale pallonaro, seppur recentissimo, Pep Guardiola rappresentava la forma casalinga di allenatore o manager moderno cresciuto nelle giovanili dapprima da calciatore e poi allenando giovani giocatori nel Barcellona. Ora percepisce i petroldollari arabi nell’operaia Manchester sponda City e nel mentre sostiene la riuscita del Referendum sull’indipendenza catalana indice dello spessore umano e culturale di un uomo che ha costruito, vincendo, una delle squadre più forti di sempre, con giocatori canterani fortissimi. Ha sdoganato neologismi ispanici diventati lessico internazionale nel mondo del pallone quali identificazione pura del pensiero blaugrana. Identificazione della storia di una terra, di una filosofia calcistica tecnica e tattica costruita a tavolino partendo da certezze o semplicemente da una scommessa? Visti i risultati in questione la radice della scelta del club catalano perde di interesse. Conviene capire cosa porta a decidere di scegliere un allenatore giovane, seppur carismatico o promettente, anziché uno navigato con esperienza sul campo e negli spogliatoi, oppure semplicemente già affermato. Mettiamoci il dubbio se le scelte di questo tipo possano essere figli della certezza di quel che si fa o semplicemente delle scommesse seppur calcolate.

Valeriano Loseto è ufficialmente l’allenatore della Fidelis Andria. È stato allenatore della Beretti biancoazzurra trasformando i giovani calciatori in una delle squadre più forti arrivando sino alle fasi finali nazionali. Sembra tosto, pragmatico e ama il 4-3-3 e quindi presumibilmente il bel calcio. Chiaro che per Loseto è l’occasione della propria vita professionale, come ha più volte ribadito, ma a far riflettere sono state le parole del Patron Paolo Montemurro che ha parlato di certezza e non di scommessa nella scelta del nuovo Mister. Quest’ultima affibbiata, nel mondo del calcio, a scelte ogni qual volta propendono per il giovane, l’inesperienza ed altro che non sia sicurezza mainstrem.

È una certezza. Friedrich Nietzsche potrebbe, dall’alto della sua filosofia provocatoria, toglierci ogni dubbio perché quando si devono compiere scelte – in questo caso nel pallone –  per programmare, investire tempo e denaro, dice che “non è il dubbio, ma è la certezza che rende folli”. Allora la scelta potrebbe essere la certezza che si sta facendo una scommessa, ma anche e nessuno vieta di pensarlo, che possa essere una scelta valutata tecnicamente tanto da far fare finalmente parte della rosa della prima squadra i canterani prodotti dal vivaio. Come non si potrebbe pensare che a Loseto lo si è visto lavorare sul campo, sulla tattica e sulla gestione del gruppo e delle risorse tecniche ed umane.

Ma potrebbe essere una scommessa, in questo caso biennale, per un senso di moda – vedi la conferma di Rizzo a Lecce, la scelta di Matrecano a Pagani – , di bilancio o perché semplicemente non c’era meglio sulla piazza. Non lo sappiamo, e quindi rimane il senso delle parole ferme di un Presidente che sceglie e chiarisce le proprie decisioni come certezze e proprio perché in fondo semplicemente la fiducia è una scommessa umana.

Buon stagione a tutti.

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